Valentina Pepe tra i giuslavoristi intervistati da Le fonti Legal nell’articolo “Smart working a prova di pandemia“.
Secondo l’avv. Pepe il lavoro agile non può prescindere dalla flessibilità in termini di spazi e di tempi, condizione che spesso non è stata rispettata durante l’applicazione emergenziale di questa modalità. In molti casi, infatti, i dipendenti si sono ritrovati ad operare in un regime di telelavoro, non di lavoro agile, modus operandi che richiede condizioni diverse rispetto al semplice cambio di postazione.
“(…) Il lavoro agile non può prescindere, nella sua accezione virtuosa, dall’adozione di modelli di lavoro flessibili non solo rispetto agli spazi ma anche rispetto alla collocazione temporale della prestazione lavorativa. Questo non sempre è avvenuto in questi mesi. Molti lavoratori, infatti, hanno continuato ad essere sottoposti ai medesimi vincoli di orario e alle stesse modalità di lavoro e di interazione dell’ufficio, venendo di fatto a modificarsi, esclusivamente, il luogo della prestazione lavorativa. (…)”
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