A vent’anni dalla prima regolamentazione in Italia del settore del franchising (Legge n. 129 del 2004), gli avvocati sono ora al lavoro per aggiornare le intese tra chi concede il marchio e il format (franchisor) e l’affiliato (franchisee) con maggiore attenzione alle tematiche IT e ESG.
Considerato uno strumento per sviluppare una rete di vendita dettagliata, il franchising, pur assumendo diverse sfumature, prevede un accordo tra un operatore che concede il proprio marchio e il proprio modello di business per vendere i suoi prodotti o servizi, il franchisor, e un altro operatore, il franchisee che mette in atto l’attività commerciale su base territoriale.
Su Il Sole 24 Ore di oggi, Massimiliano Carbonaro ha effettuato un’indagine tra giuristi esperti della materia per spiegare come, negli anni, l’approccio sia molto cambiato e come ciò influisca sulla predisposizione e negoziazione dei contratti.
Le nuove tecnologie accelerano, infatti, l’evoluzione del settore.
Secondo Francesco Ferrara, intervistato sul tema: «Da un lato c’è una maggiore replicabilità del business e questo rende lo sviluppo delle catene più scalabile. Dall’altro l’ampio utilizzo degli strumenti informatici consente un maggior controllo e una replica fedele del format originale. Lo sviluppo delle tecnologie e l’IT hanno reso i progetti di franchising più attuabili».
Non stupisce, quindi, il grande interesse dei fondi che guardano a questo settore con interesse stimolando ancora di più lo sviluppo delle reti in franchising.
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